Magazine N.3

IL SIGNIFICATO DEI TERMINI TIPOGRAFICI

Tipografia, Litografia, Offset, Digitale ecc. In questo articolo vogliamo fare chiarezza sui significati di alcuni termini tipografici, per capire meglio l’affascinante mondo dell’arte della stampa.

Iniziamo dalla Tipografia e Litografia, che spesso sono erroneamente confuse. In realtà sono due lavorazioni differenti, pur avendo la stessa finalità, cioè quella di stampare. Vediamole nello specifico:

TIPOGRAFIA: la sua origine etimologica proviene dal greco typos (tipo, carattere, impressione) e grafo, cioè scrivere. La stampa tipografica è un sistema in cui la matrice (serie di lettere mobili fuse in metallo in una lega di piombo, stagno e antimonio) o cliché, presenta una serie di parti in rilievo che raccolgono l’inchiostro e, mediante la pressione del torchio o macchina, lo trasmettono direttamente sulla carta. L’invenzione di questo procedimento è attribuita a Johann Gensfleisch Gutenberg da Magonza (1400-1468), anche se il sistema di riprodurre testi su carta (per mezzo di stampi di legno spalmati di inchiostro) era già noto in Cina nel secolo II d.C.
Famosa è la Bibbia di Gutenberg, (o Mazarina) stampata nel 1453-56 su due colonne di 42 righe ciascuna, in caratteri gotici, con iniziali ornate a mano. Uno dei primi libri che furono stampati in Italia, è del 1465: il De Oratore di Cicerone. Alla fine del XV° secolo esistevano già 300 stamperie in Germania e 150 nella sola Venezia e secondo una stima, furono stampati otto milioni di libri, assai più di quelli copiati da tutti gli scrivani d’Europa nei precedenti 1500 anni. In Italia esistevano tipografie in ben 78 centri urbani. La stampa tipografica è un procedimento lento e laborioso e poiché l’evoluzione tecnica di questo settore è stata oggetto di continue innovazioni. La tipografia divenne successivamente un sistema di riproduzione superata, considerata un’arte da museo. Fu sostituita da un sistema di stampa più dinamico, pratico ed efficiente: la litografia.

LITOGRAFIA: anche la sua etimologia proviene dal greco, dalla parola lithos, (pietra). Il procedimento di stampa era ottenuto sempre da una matrice, ma in questo caso era una pietra di calcare molto compatta e levigata in grado di assorbire in modo veloce l’acqua. Il disegno veniva tracciato sulla pietra mediante una speciale matita grassa; la pietra veniva inumidita con una soluzione di acqua e gomma arabica e quindi inchiostrata. L’inchiostro veniva rifiutato dalla parte bagnata e trattenuto solo sulle linee tracciate dalla matita grassa. La riproduzione su carta si otteneva sempre per pressione (stampa indiretta a riporto) usando un torchio o una macchina litografica, previa inchiostrazione con rullo manuale. Questa invenzione risale al 1799 ad opera di Aloys Senefelder (1771-1834), un attore, poeta e drammaturgo tedesco di Praga. Egli decise di tentare la sorte come scrittore ed editore di testi teatrali ma si accorse che la riproduzione delle sue pagine venivano a costargli una cifra insostenibile. Per una casualità, dopo innumerevoli ed ostinati tentativi con vari materiali, riuscì a trattenere l’inchiostro nelle parti disegnate su una pietra di calcare levigata e a stampare su carta con una pressione molto inferiore a quella usualmente occorrente, così che le pietre non correvano pericolo di rottura. Inoltre, studiò una serie di accorgimenti sulle presse litografiche per aumentare la velocità nella stampa dei fogli. Per quei tempi era infatti la rapidità dei risultati quella che veniva ricercata commercialmente, non a caso Napoleone pensò di utilizzarla per diffondere velocemente copie autografe di ordini e di comunicati durante le campagne militari. Finalmente fu anche possibile stampare figurazioni artistiche a più colori. Grandi artisti ne fecero uso: Hayez, Delacroix, Gericault, gli impressionisti e, con il ritorno alla libertà di stampa, le pungenti caricature di Daumier. Dopo il 1850 la litografia su pietra cadde lentamente in disuso in quanto risultò essere una tecnica assai limitata, tanto da non poter soddisfare le richieste della nuova società industriale. Tornerà in voga nella prima metà del ‘900 grazie ai sistemi di foto-riproduzione per la preparazione di lastre sottili di zinco e in seguito di alluminio, quindi non più pietra ma su macchine litografiche, rotative, automatiche dette offset.

OFFSETè un’invenzione del litografo tedesco/americano G. Hermann che nel 1905 costruì il prototipo della prima macchina offset, sfruttando il principio scoperto da Senefelder: parti grasse stampanti, parti bianche umide. Egli incise fotograficamente la matrice mettendo una pellicola a contatto con una sottile lastra di zinco “microgranita”. Esponendola ad una forte luce, l’immagine della pellicola si trasferisce sulla lastra. Quindi, immessa in una macchina con un cilindro rivestito di un telo di caucciù, l’immagine successivamente viene trasferita sulla carta. Questo sistema “indiretto” permette di evitare slittamenti della carta, anche a forti velocità ottenendo una impressione morbida, con una perfetta qualità di stampa.
Attualmente è la stampa che si dimostra ancora vincente ed è quella che maggiormente esegue il lavoro in campo editoriale e commerciale, per i costi assai contenuti e per l’eccellente qualità ed elevata produzione.

STAMPA DIGITALE: affermandosi per la ottima qualità di stampa, ha il pregio di avere subito gli stampati per le necessità immediate e di brevi/medie tirature, senza matrici, direttamente da file. Quindi; la Tipografia, la Litografia, l’Offset e la Stampa Digitale, sono differenti procedimenti con differenti storie, ma uniti da un unico obiettivo: stampare carta. Adesso si sta affermando una nuova tecnologia molto innovativa, sempre digitale, ma con macchine di nuova concezione, aprendo un nuovo e sconfinato territorio che fino a pochi anni fa era sconosciuto ai mezzi di stampa. Questo nuovo sistema si chiama: Super Wide Format.

SUPER WIDE FORMAT è la definizione della nuova attuale tecnologia digitale di stampa, sia in piano che in bobina, in grandi dimensioni e di alti spessori, in alta qualità foto-realistica.
Infatti questa nuovissima tecnologia di stampa, per grandi dimensioni e in alti spessori, consente di reclamizzare e rappresentare i prodotti industriali e commerciali, ad una società frettolosa e poco disposta alla lettura. Immagini e testi giganteschi, perfettamente stampati, offrono un impatto visivo anche a distanze notevoli. Senza nessun sistema di trasferimenti o matrici, ma direttamente da un file, con macchine a getto d’inchiostro, su materiale scelto in una vastissima gamma, e non solo carta ma anche vetro, plastica, legno, metallo ecc… , ha consentito di ampliare e migliorare con effetti inconsueti e particolari l’attuale e affascinante epoca, da molti considerata come la “Civiltà delle immagini”.

 

 

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